Anna Rita Alatan, pittrice dell'anima

"Le opere di Anna Rita Alatan sono intense per concezione e nello stesso tempo spirituali per contenuti..."


I dipinti di Ara assumono gli aspetti enigmatici e misteriosi di un mondo che appartiene più al subconscio e al sogno che alla realtà.

Così, recita l'inciso di cui al catalogo della mostra. E non si può che sottoscrivere il tutto allorquando si ha l'occasione di poter verificare le opere di questa straordinaria pittrice dell'anima.

Occasione offertaci dalla riuscitissima, ennesima, sua "personale". Impaginata questa volta, sulle pareti nei locali d'epoca del Centro Culturale Egiziano in Roma: periodo espositivo, giugno agosto 2003.

Sedici grandi quadri, sedici grandi emozioni pittoriche vissute e sofferte da una affascinante artista romana (di origini sabine), che usa altresì colori e pennelli con una maestria derivante da un bagaglio artistico-culturale sicuramente a denominazione di origine e garanzia.

Dipingere è inventare. La vera ricchezza è avventurarsi e fare dell'Arte un'autentica avventura. E Anna Rita Alatan, in questo percorso, si può sicuramente identificare.

Nei suoi quadri, volti, profili, figure (spesso anche inquietanti) si dissolvono magicamente una nell'altra ed appaiono come segnate nell'aria. Figure femminili pensate, fantasticate e dipinte "così". Il suo racconto si affida al danzante gestire di donne-fiori, di donna-papavero, di donne-petali ricche di una sensualità nascosta ma densa come il calore di una serra. Donne-simbolo con gli occhioni bistrati, seducenti e belle come il peccato.

E ancora, paesi abitati da strane apparizioni che si intuiscono all'orizzonte, fermata al momento del segno come un fugace ricordo assorbito dalla tela assetata di mistero.

Un ricordo immaginifico, senza tempo, che può anche avere la levità del battito d'ala di una farfalla sfiorata dai colori dell'arcobaleno.

Autrice e spettatrice ad un tempo del breve gioco delle immagini che fioriscono e che magari velocemente dilagano in vistose macchie cromatice, concettuali, di sicuro effetto. Anna Rita Alatan segue, assorta. Le vicende delle sue cimature mutanti. Le cerca e le intende per quelle che sono proiezioni momentanee, ombre subliminali, riflessi colti da una forza viva, presente ed inafferrabile nella sua essenza. Guardando, trepidante, al di qua del limite, le amiche siderali che le vengono incontro dal vuoto. E che lei materializza in tante artistiche visioni oniriche, quanto mai suggestive.
Franco Bergamasco
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